Cagnulari, un vino da scoprire

A metà degli anni ’90 fu presentato in una degustazione il Cagnulari, il vino che soprese i presenti per la rusticità, l’aggressiva acidità e gli spiccati sentori di pelliccia.

In quegli anni, i vini vinificati con uve di varietà minori erano “prodotti di un Dio minore” bistrattati da un punto di vista enologico, gli investimenti erano indirizzati verso produzioni di vini con varietà nazionali e internazionali più conosciute.

Il vitigno Cagnulari, coltivato principalmente nei comuni di Ossi, Tissi, Ittiri, Ursini e Sorso tutti in provincia di Sassari, rischiava di scomparire se il viticoltore Giovanni Cherchi non avesse iniziato a vinificarlo in purezza negli anni ‘90. 

Il Cagnulari, detto anche Cagniulari, è un vitigno a bacca rossa, mai citato nei libri di ampelografia sarda dei secoli scorsi, forse perché la sua area di coltivazione era circoscritta ad un areale ristretto. 

Recenti studi, supportati da descrizioni ampelografiche (Galet 2000) e da analisi genetiche del DNA (Nieddu et al. 2007), hanno stabilito che il Cagnulari è identico al Graciano (vitigno spagnolo originario della Rioja) e al Bovale Sardo, da non confondere con il Bovale Grande, varietà geneticamente distinta (J. Robinson et al 2012). 

Dal 1995 la tipologia in purezza rientra nella DOC Alghero ma i produttori preferiscono commercializzare il vino con la denominazione IGT Isola dei Nuraghi.  

Cagnulari delle Tenute Delogu di Sassari

Memore del passato, a Vinitaly 2017 in anteprima si è degustato un Cagnulari delle Tenute Delogu di Sassari.

L’enologo dell’Azienda, Antonio Puddu spiega che, dopo la vinificazione in acciaio con macerazione sulle bucce per due settimane, il vino è affinato in barriques di rovere francese, di secondo passaggio, per sei mesi e poi travasato in vasche di acciaio dove riposa per ulteriori sei mesi. Prima della commercializzazione il vino sosta tre mesi in bottiglia.

Il Cagnulari, spiega sig. Puddu, è una varietà di uva che “dà vini con un’acidità molto elevata che tendono andare in riduzione molto facilmente, da questo deriva la scelta del legno che favorisce una microssigenazione maggiore rispetto all’acciaio”.

Il Cagnulari Isola dei Nuraghi IGT 2015, si presenta con un bel colore rosso rubino intenso, brillante, all’olfatto, dopo una iniziale leggera nota di boisé, i profumi si evolvono in eleganti sentori di macchia mediterranea e aromi speziati (anice), con un finale di ciliegia matura e tabacco, etereo. In bocca evidenzia una acidità spiccata ma non aggressiva, seguita da una salinità elegante e una leggera tannicità, buona persistenza in bocca, le sensazioni retrolfattive ricordano le note ortonasali.

Vino ovviamente ancora molto giovane, con ottime potenzialità di evolversi nel tempo, sarà interessante degustarlo fra qualche anno.  

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