Degustazione organizzata dall’ ONAV di Alessandria
Il Presidente dell’Associazione Produttori del Ruchè di Castagnole Monferrato, Luca Ferraris, ha sottolineato, nella sua relazione introduttiva, come siano stati strategici per il successo del vino i passaggi legislativi dalla DOC (1987) alla DOCG (2010).
Un successo dimostrato sia dell’aumento delle superfici vitate (1.500 ettari vitati del 2000 – 8.854 ettari del 2017) che dal ritorno alla vitivinicultura dei giovani in un’area dove era stata significativa la fuga dei residenti verso la città.
In anteprima ha annunciato la richiesta di modifica del Disciplinare introducendo la tipologia “Riserva” che prevedrà, tra l’altro, l’affinamento di 24 mesi prima dell’immissione al consumo.
MIPAAF ha autorizzata la variazione del Disciplinare: approvata la tipologia "Riserva" (Pub. D.M. 31.3.2020)
Marco Crivelli, produttore storico di Ruchè, ha deliziato i presenti con la storia della riscoperta del vino, attribuita al parroco di Castagnole Monferrato, don Luigi Cauda, che negli anni ’70 inizia a vinificare le uve vendemmiate nel Beneficio parrocchiale.
Il nome del vitigno è un mistero, alcuni ipotizzano che deriverebbe dal nome dialettale di un’infezione virale, roncet, alla quale il Ruchè sarebbe resistente. Oppure dall’ubicazione dei vigneti vicini a un convento benedettino dedicato a San Rocco, oggi scomparso. Infine, dall’ipotetica radice verbale (ronchet/rocche) dell’erto arroccamento delle vigne.
Recenti analisi del DNA (Schneider et al., 2016) hanno identificato i genitori del Ruchè:
- incrocio spontaneo tra Malvasia odorosissima (Malvasia aromatica di Parma), vecchia varietà sull’orlo dell’estinzione, e Croatina.
La zona di produzione comprende tutto il territorio dei comuni in provincia di Asti: Castagnole Monferrato, Grana, Montemagno, Portacomaro, Refrancore, Scurzolengo e Viarigi.
Note di degustazione
I sette Ruchè di Castagnole Monferrato DOCG, millesimo 2017, presentati in degustazione, frutto di un’annata calda e siccitosa, evidenziano tutti un colore rubino inteso, brillante.
- Cantina Sociale di Castagnole Monferrato, aromaticità sfuggente a bicchiere fermo, presenza di tannini e una nota di liquerizia in finale, buona sapidità, pronto.
- “Pro Nobis” – Cantine Sant’Agata Snc, profumo di rosa e pepe, un buon equilibrio olfattivo, ancora giovane con tannini importanti.
- Cantina Crivelli Marco, profumo di rosa ben marcato, persistente nel tempo, tannini morbidi e alcolicità bilanciata, elegante, complesso.
- “Vigna del Parroco” – Ferraris Agricola, note olfattive più complesse, dovute al passaggio in tonneaux di una parte del vino che ricordano i piccoli frutti di sottobosco (mirtillo), spezie dolci e vaniglia, cacao, tannini evidenti, giovane, ottima persistenza in bocca.
- Garrone Evasio & Figlio, con vigne ubicate su suoli più sciolti (sabbiosi), evidenzia profumi fruttati (ciliegia, frutti piccoli neri), meno percepibili le note aromatiche di rosa e pepe, etereo, in bocca maggiore acidità rispetto agli altri campioni.
- “Laccento” – Soc. Agr. Montalbera Srl, vinificato con un 20% di uve surmature, nettamente aromatico con profumi importanti di petali di rosa e frutti di bosco, leggere note di spezie dolci, morbido, tannini già polimerizzati, persistente, con grande spalla.
- Soc. Semplice Agr. Amelio Livio, rappresenta bene le caratteristiche varietali dell’uva, ricca in zuccheri, che in questo vino creano un buon equilibrio tra alcolicità e tannini, fine, già pronto.
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