Germania: storia del vino

L’introduzione della vite risale al I secolo a.C. quando i Romani costruirono i primi avamposti sulle rive del Reno e a Treviri sulla Mosella.

Però, la prima documentazione sulla coltivazione della vite risale al 370 d.C. quando Ausonius di Bordeaux scrive in termini entusiastici dei ripidi vigneti sulla Mosella.

Sulla tipologia dei vini prodotti l’unica citazione risulta essere quella del poeta Venantius Fortunatus (intorno all’anno 570 d.C.) su un vino rosso.

Con la diffusione del cristianesimo la viticoltura si diffonde a est in Franconia e Baviera e a nord nel Rheingau.

I monasteri e le chiese giocano un ruolo fondamentale: l’arcivescovo Rutardo di Magonza (1089-1109) fonda un’abbazia benedettina sulle colline di Geisenheim, dove secoli dopo sorgerà Schloss Johannisberg e Adalbert di Magonza dona un terreno ai cistercensi che fondano Kloster Erberbach sopra Hatternheim.

I primi vitigni di cui si ha documentazione (XIV e XV secolo) sono Elbling, Räuschling, Silvaner, Moscato e Traminer. Testimonianze della coltivazione del Riesling risalgono al 1435 nella regione del Rheingau.

Per diversi secoli la vite ha una grande diffusione fino a raggiungere, all’inizio del 1500, una superficie quattro volte superiore a quella odierna, interessando zone più a nord di quelle attuali.

Ma a metà del 1500 inizia il declino imputabile a vari motivi tra i quali la guerra dei trent’anni (XVII secolo) e i cambiamenti climatici (piccola glaciazione) che rendono impossibile la coltivazione della vite in molte aree.

Nei secoli successivi la coltivazione della vite riprende principalmente nelle regioni dell’ovest, dove sono introdotte regole che favoriscono la produzione di vini di qualità.

Nel XIX secolo si costituiscono numerose associazioni di produttori e vengono fondate numerose scuole di enologia con lo scopo di promuovere una produzione di qualità. 

Nei primi anni del ‘900 i vini tedeschi rivaleggiano per qualità con i vini francesi di Bordeaux.  Una curiosità: sia i vini tedeschi (del Reno e della Mosella) che quelli francesi (Bordeaux) sono presenti in egual misura nella lista delle bevande a disposizione dei passeggeri di prima classe del Titanic. 

L’enologia tedesca entra in crisi a causa delle due guerre. La ripresa avviene lentamente a partire dagli anni ’60. Si privilegia la quantità a discapito della qualità, filosofia produttiva confermata anche con l’approvazione della legge del 1971. Legge aveva lo scopo di:

  • ridurre il numero degli Einzellage (da 30.000 a circa 260) ed estendere le superfici (minimo 5 ha);
  • introdurre due nuove classificazioni geografiche: Grosslagen e Bereiche che apportano confusione nell’etichettatura dei vini.

Nel 1994 è stata emanata una nuova legge per adeguare la normativa tedesca a quella europea le legge che sostituice quella del 1971 senza però apportare modifiche alle classificazioni geografiche.

Il 27 gennaio 2021 è stata emanata una nuova legge, entrerà in vigore dalla vendemmia del 2026.

Dati statistici

La produzione di vino in Germania nel 2019 si attesta sui circa 9 milioni di ettolitri. Si colloca al quarto posto della produzione europea e al 9 posto di quella mondiale. I volumi di esportazione sono pari a circa 3,8 milioni di ettolitri per un valore di  circa un miliardo i di euro (fonte OIV).

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