La Fête des Lumières è un magico evento che, dal 1989, ogni anno coinvolge la città di Lione per quattro giorni.
L’origine risale all’8 dicembre 1852 quando, per rispettare un antico voto fatto nel 1643 alla Vergine affinché proteggesse la città dalla peste, decisero di dedicarle una statua.
L’inaugurazione inizialmente era prevista per l’8 settembre 1852 ma fu rinviata all’8 dicembre a causa di un’alluvione della Saône, pure in questa data il tempo era inclemente, l’autorità volevano rinviare nuovamente l’inaugurazione ma quasi miracolosamente il cielo si schiarì e i lionesi per festeggiare misero delle candele alle finestre che illuminarono Lione.
Una festa, inizialmente religiosa, nata con l’accessione delle candele in onore della Vergine, oggi è diventata l’emblema della cultura della luce che coinvolge nella progettazione artisti locali e internazionali.
La partecipazione nel 2022 è stata di oltre 2 milioni di visitatori, che ordinatamente in coda sfilarono per poter ammirare stupiti, emozionati e sognanti le trenta opere collocate nelle piazze o proiettate sui palazzi e chiese.
Meritano una citazione particolare alcuni allestimenti come il Grand Mix al Musée des Beaux-Arts, sur la place des Terreaux, il Time sulla Cathédrale Saint-Jean e le tre opere dedicate all’operazione Lumignons du Cœur nel Parc de la Tête d’Or.
La Fête des Lumières, oltre ad ammirare le strabilianti opere “son et lumiere”, è anche un’occasione per degustare la cucina di Lione.
Cucina
E dove poter degustare al meglio le specialità gastronomiche? Nei “bouchons lyonnais”: locali arredati con tovaglie a quadretti bianchi e rossi, mobili in legno, tavoli molto ravvicinati dove si può dialogare piacevolmente con i vicini.
Le proposte gastronomiche, scritte sulla lavagna, ovviamente non proprio dietetiche, come i gratton, sorta di ciccioli rosolati o il cervelas, salsiccia cotta ai pistacchi.
Sempre nel rispetto della tradizione si possono ordinare il tablier de sapeur, trippa marinata nel vino bianco poi impanata e fritta, o le quenelles, polpettine ovali composte da crema di pesce, pollo, o carne, mescolata eventualmente molliche di pane e legata da piccole quantità d’uovo o la cervelle de canut, formaggio a pasta molle insaporito con erbe, aglio e cipolla.
E per finire non può mancare un dolce: la tarte aux pralines roses, una torta che delizia il palato e gli occhi.
Due bouchons lyonnais consigliati
Chez Grand-Mère, 11 Rue du Bœuf, Lione
Locale caratteristico su due piani di cui uno interrato situato nel cuore della Vieux Lyon . L’offerta gastronomica rispetta la tradizione. Interessante il menu a prezzo fisso con tre portate. Buona la carta dei vini, che possono essere serviti anche a calice o nel tradizionale “pot lyonnais” (bottiglia dal fondo da 46 centilitri). Necessaria la prenotazione, si può fare anche on-line.
Daniel et Denise Créqui, 156 rue de Créqui, Lione
Locale tipico strutturato in tre piccole sale, il menù è un recital di ricette lionesi (pâté en croûte , ris de veau, noix de veau et champignons o la Tête de veau cuite au court bouillon, sauce ravigote) e non solo, cucinate con grande tecnica e con ottimi ingredienti. Interessanti le proposte del momento scritte sulla lavagna. Carta dei vini importante con ottime proposte a bicchiere o in “pot lyonnais“. Necessario prenotare.
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