Cahors AOP

Cahors AOP denominazione per vini rossi fermi rossi considerati tra i migliori della regione enologica Sud-Ouest.

Terreno e vitigno, il Malbec, fanno la differenza da tutti gli altri vini rossi fermi prodotti in questa ampia regione vitivinicola.  

Appunti di storia

Alcuni storici fanno risalire la coltivazione all’epoca della conquista romana, ma è nell’Alto Medioevo che la regione vinicola acquisisce una buona reputazione. 

Infatti, i vignaioli di Cahors furono chiamati alla corte del Papa Giovanni XXII ad Avignone (1316-1334) per occuparsi delle vigne di Chateauneuf (detto poi “du Pape”) e Francesco I° (1494-1547) piantò una vigna a Fontainebleau con le varietà di Cahors.

In Inghilterra era conosciuto come “black wine”, lo zar Pietro il Grande (1672 – 1725) istituzionalizzò il vino di Cahors come vino di corte e la chiesa Ortodossa lo adottò come vino da messa.

Il vino, inoltre, era utilizzato come vino migliorativo (vin médecin) nei Claret bordolesi: apportava colore e struttura.

A metà del XIX secolo arrivano le difficoltà:    

  • la distruzione quasi totale dei vigneti (da 40.000 ha a meno di 300 ha) causata della fillossera (nel 1876 arriva a Cahors);
  • la sostituzione, a seguito della fillossera, delle viti con varietà ibride (forti rese e scarsa qualità) con perdita di identità dei vini di Cahors e conseguente fuga dei giovani verso i centri industriali;
  • la contrazione del commercio dei vini a causa della ferrovia che facilita il trasporto dei vini del Midi, meno cari e abbondanti, verso i grandi centri di consumo (Parigi, Lione, …).

La rinascita inizia con la fondazione, nel 1947, della cooperativa “Cave de Pernac” che favorisce l’aggregazione di alcune famiglie ancorate ancora alle tradizioni viticole (vitigni, rese, …).

Il percorso virtuoso verso la qualità viene riconosciuto con l’attribuzione, nel 1951, della denominazione “Vin Délimité de Qualité Supérieure (VDQS)

Percorso bruscamente bloccato, nel 1956-1957, a causa delle catastrofiche gelate che portano alla distruzione della maggior parte dei vigneti, solo nei primi anni ’60  la viticultura riprenderà vigore.

Nel 1971 il vino Cahors ottiene l’attribuzione dell’AOC, la denominazione è riservata solo ai vini rossi, fermi.

L’area di produzione coinvolge 45 comuni del fipartimento del Lot, pari ad una superficie vitata di 3323 ettari e una produzione di circa 20 milioni di bottiglie. L’immissione al consumo è consentita a partire dal 15 marzo successivo dell’anno successivo la vendemmia .

Il clima

L’equidistanza di Cahors dal mare Mediterraneo, dall’oceano Atlantico favorisce un clima oceanico temperato, caratterizzato estati calde e secche, autunni assolati con assenza di piogge e inverni umidi.

Altro fattore importate, per i suoi effetti mitiganti, è la presenza del fiume Lot: evita l’influenza climatica del Massiccio Centrale (forti gelate invernali).

Un clima, quindi, favorevole alla coltivazione delle viti e alla maturità dell’uva.

Il terroir

I vigneti sono situati sia sulla destra e sia sulla sinistra orografica del fiume Lot, affluente della Garonna, e su una parte de Les Causses de Quercy, altopiano carsico, a sud-ovest di Cahors.

Due sono le tipologie di terreno:

  • terreni alluvionali della valle del Lot: ampia valle terrazzata originata dalla sinuosità del fiume Lot durante il Quaternario, i terreni sono formati da sottosuoli calcarei e sabbie alluvionali; 
  • terreni calcarei de Les Causses: terrazze posizionate oltre i 250 metri di altitudine, originatesi nelle ere secondaria e terziaria, composte da calcari e argille silicee.  

Base ampelografica

La base ampelografica comprende: Malbec, conosciuto localmente come “Auxerrois”, (minimo 70%) con possibilità di completare l’assemblaggio con Merlot e Tannat.

Una curiosità: il Cahors è l’unica denominazione del Sud-Ouest che non prevede nell’assemblaggio il Cabernet Sauvignon e/o il Cabernet Franc.

Il Malbec apporta potenza, una buona struttura tannica e aromatica, il Merlot complessità aromatica e morbidezza e il Tannat, vitigno tardivo, ulteriori tannini.

Stile del vino

Tra i vini di Cahors AOP si possono trovare tipologie differenti per stile e struttura.

Quelli, che sottoposti a lungo affinamento, evidenziano importanti note fruttate e tannini setosi (reputati dalla critica enologica i migliori) e altri, più leggeri, vinificati per un consumo veloce.

Note di degustazione

I vini, degustati in occasione di Slow Wine Fair di Bologna, prodotti con sole uve Malbec (100%) dalla cantina Jouffreau Herman a Prayssac.

Cahors AOP, Clos de Gamot, 2020,

vino dal colore granato profondo, al naso evidenzia note di frutti neri (ciliegia nera, mora e sambuco), grande equilibro in bocca, fresco, giustamente tannico, lungo, ancora giovane.

Cahors AOP, Clos de Gamot, Cuvée des Vignes Centenaires, 2020,

vino dal colore granato profondo, inchiostrato, al naso importanti note di frutti neri (ciliegia nera, mora e fico maturo), grande equilibro in bocca, tannini importanti setosi, speziato, lungo, con grande potenzialità.

Cahors AOP, Clos de Gamot, 2011

vino sorprendente per sua freschezza e longevità, dal colore inchiostrato con leggeri riflessi violacei, al naso si confermano i profumi riscontrati nei vini più giovani (frutti neri), in bocca è ampio, ancora fresco con tannini evoluti e morbidi.

Cahors AOP, Clos de Gamot, Cuvée des Vignes Centenaires, 2005

un grande vino che mantiene tutte le caratteristiche tipiche dei vini da Malbec in purezza: colore rosso cupo (quasi nero), al naso note speziate e di frutti maturi neri. In bocca esprime tutta la sua complessità, grande equilibrio, lungo e ottima potenzialità di ulteriore evoluzione nel tempo.

Malbec
Cot è il nome del vitigno per gli ampelografi, ma conosciuto con molti sinonimi (più di 200 per P. Galet). Popolare nel passato in Francia ma dopo le gelate del 1956 fu soppianto dal Merlot,  eccetto a Cahors, anche molte denominazioni lo citano. 
Varietà soggetta a gelate, alla colatura, alla peronospora, alla necrosi corticale e al marciume grigio. 
Indagini sul DNA hanno rilevato che il vitigno è una naturale progenie del Brunelard e Magdeleine Noire des Charentes (Boursiquot et al. 2009). 
Il vitigno prende il nome Malbec da un viticoltore del bordolese.
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