L’Alsazia viticola è una delle realtà più importati del modo enoico della Francia per la sua storia e territorio.
L’Alsazia, regione ubicata nella parte nord-orientale della Fancia , tra il fiume Reno e i Vosgi, è suddivisa in due dipartimenti: il Bas-Rhin (Basso Reno) e l’Haut-Rhin (Alto Reno).
Nei secoli le influenze culturali sia francesi che tedesche hanno interessato anche la viticoltura: vini monovarietali prevalentemente bianchi vinificati con varietà sia di tradizione germanica (Riesling, Gewurztraminer, Sylvaner) che francese (Pinot grigio, bianco e nero, Moscato bianco e Ottonel, Auxerrois).
Appunti di storia
La viticoltura risale ai tempi di Celti, ma solo dopo l’occupazione romana, verso l’anno 58 a.C., la produzione conosce un periodo di notevole sviluppo interrotto, verso l’anno 500 d. C., a seguito delle invasioni germaniche.
La coltivazione della vite riprende nel Medio Evo con il monachesimo. Un documento del IX secolo attesta l’esistenza di produzione vinicola in più di 160 luoghi.
Nel XVI secolo, le zone di produzione si estendono su una superficie doppia di quella attuale.
La guerra dei trent’anni pone fine a questo periodo felice portando distruzione, fame, epidemie e l’abbandono di tutti i vigneti, solo dopo la fine della guerra, i vigneti vengono ricostruiti. Nel 1828 la superficie vitata è di 30.000 ettari.
Con la sconfitta francese nella guerra del 1870 contro i Prussiani, l’Alsazia e la Mosella sono cedute all’Impero Germanico e prendono il nome di Reichsland Elsass-Lothringen.
La struttura produttiva viene modificata con la costituzione, in ogni villaggio, di cooperative, secondo gli usi tedeschi, ma entra in crisi a causa della fillossera con riduzione delle superfici vitate (9.500 ettari agli inizi del ‘900).
Ancorché l’Alsazia ritorni francese con il trattato di Versailles, 28 giugno 1919, permangono le norme di diritto locale (corrispondenti alle leggi francesi prima del 1870 e a quelle tedesche dal 1871 al 1918) che differiscono da quelle operanti in Francia.
La situazione viene modificata con una disposizione il 2 novembre 1945, che definisce l’AOC “vin d’Alsace” o “Alsace”, la denominazione sarà disciplinata solo con un decreto nel 1962.
Il decreto del 30 giugno 1971 obbligo di imbottigliare i vini in Alsazia, del 20 novembre 1975 la denominazione Alsace Grand Cru e quello del 24 agosto 1976 la denominazione Crémant d’Alsace.
Alcuni dati statistici • 15 500 ha di vigne A.O.C. in produzione; • 1,15 milioni di hl di produzione annua media di vini AOC (più di 150 milioni di bottiglie) di cui 90% di bianchi; • settore “vini biologici”: 275 produttori su 2.200 ha (14% - n. 2 in Francia); • vitigni principali: Pinot bianco 24%, Riesling 22%, Gewurztraminer 16%, Pinot gris 15%, Pinot noir 10%; • Commercializzazione: 16 % dai “vignerons indépendants ”, 48% dalle cooperative, 35% da fornitori di uva all’ingrosso e/o vino sfuso, 1% da négociants. Fonte: www.alsace.com
Il territorio dell’Alsazia viticola
L’areale viticolo dell’Alsazia si estende per 170 chilometri di lunghezza e una trentina di larghezza tra il Reno e la catena montuosa dei Vosgi.
La piana dell’Alsazia occupa la parte sud della fossa renana, nata dalla frattura durante il Cenozoico (-33 a -5 milioni di anni) a seguito di due fenomeni tettonici:
- l’ampliamento dell’oceano Atlantico e la collisione alpina, che provocarono lo sprofondamento della fossa renana con una serie di faglie,
- il sollevamento di due massicci fino allora uniti, i Vosgi e la Foresta Nera.
Il mare entra e allaga la fossa renana depositando i suoi sedimenti, formando la pianura alsaziana e il Reno crea il suo letto.
Le glaciazioni del quaternario completano l’opera modellando i rilievi come oggi li conosciamo.
Il terroir
La nozione di terroir, inteso soprattutto come influenza del terreno sugli elementi vitivinicoli, infatti, è fondamentale per conoscere, ma soprattutto, per capire nelle sue diverse tipicità, il vino dell’Alsazia.
Il recente studio del prof. Claude Sittler dell’Istituto di Geologia presso l’Università di Strasburgo, ha accertato che il terreno alsaziano può schematicamente essere classificato in due grandi categorie:
- la prima si trova in corrispondenza della parte montagnosa dei monti Vosgi, con terreno intriso di cristallini, residui dell’era primaria, come il granito e lo gneiss, ricoperto da uno strato, più o meno spesso, di arenaria;
- la seconda s’incontra sulla parte collinare della catena dei Vosgi ed è testimonianza della copertura sedimentaria più recente dell’era secondaria. Questa parte collinare può definirsi di natura argillo-calcarea ed è di natura basica.
La maggior parte dei vigneti si estende sui pendii più bassi sul lato orientale dei Vosgi, a quota relativamente alta da 180 a 360 metri.
I vigneti migliori sono quelli rivolti a sud o a sud-est, ma si trovano anche buone coltivazioni sui pendii rivolti a nord o nord-est.
In molti casi le vigne sono coltivate sulla cima e sui fianchi di uno sperone, ma le zone migliori sono quelle protette dalle cime coperte di foreste.
Importanza della composizione dei terreni sui caratteri organolettici dei vini: - scisti da ardesia: i vini hanno mineralità prevalente, eleganti e di grande freschezza; - gessi vulcanici: i vini sono alcolici e potenti, spesso molto ben strutturati; - sabbie frammista a ghiaia: nei vini domina la leggerezza e il fruttato nella prima giovinezza; - graniti e arenarie: nei vini prevale la finezza; - argillo-calcarei, marne: i vini hanno struttura e buona attitudine all’invecchiamento
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