Brachetto: Vitigno dell’anno 2024

La Regione Piemonte ha individuato come “Vitigno dell’anno” 2024 il Brachetto, varietà aromatica a bacca nera, coltivata prevalentemente nelle provincie di Asti, su suoli argillosi, e Alessandria su terreni limo-sabbiosi.

L’iniziativa, il “Vitigno dell’anno”, nata alcuni anni fa, ha lo scopo di valorizzare, raccontare e dare visibilità ai vitigni autoctoni del Piemonte.

Una delle iniziative nell’ ambito di “Vitigno dell’anno” 2024 è stata la manifestazione “BrachetTO live” (18 – 21 luglio) che ha coinvolto otto locali dei Murazzi del Po a Torino.

E in quale vino le uve Brachetto si esprimono al meglio?

Nel Brachetto d’Acqui DOCG o Acqui DOCG nelle sue tipologie fermo, spumante e passito, di conseguenza è diventato l’attore principale della manifestazione.

Un vino versatile che può essere utilizzato come base di cocktail o accompagnamento di dessert e piatti salati.

Alcuni interventi

L’inaugurazione dell’evento “BrachetTO live – Vitigno dell’anno 2024″ ha visto l’intervento delle autorità e di alcuni tecnici del settore.

L’Assessore regionale all’agricoltura, Paolo Bongioanni, ha illustrato le tappe che la Regione intraprenderà per la valorizzazione del vino, unitamente a tutta la filiera dei prodotti dell’agricoltura piemontese: riso, carne, ….

Il Presidente del Consorzio di Tutela del Brachetto d’Acqui, Paolo Ricagno, ha precisato “con 850 ettari in 26 comuni e 1000 agricoltori, il Brachetto è una solida realtà economica …  una produzione di 3 milioni di bottiglie e un potenziale di 8-9 milioni” e ha annunciato “arriverà dopo la vendemmia una nuova versione pensata per i consumatori dello spritz”.

La valutazione sulle potenzialità enologica del Brachetto è stata a cura dell’enologo Gianpiero Gerbi: “ il Brachetto è un esempio per l’aromaticità che è distintiva, aroma Brachetto, … un vitigno e un territorio di colline e valli che hanno profumo di sale collegamento tra la pianura padana e il mare. … Oggi la sfida mondiale è l’identità e l’unicità di questi vini che non possono essere copiati”.

Brachetto Nero: appunti di storia

Il Brachetto nero, nome con cui è iscritto al Registro Nazionale delle Varietà di Viti, è uno dei più antichi vitigni del Piemonte anche se la prima menzione del Brachetto è del conte Giuseppe di Rovasenda (1877) che indicò nel Monferrato la zona di origine del vitigno.

La varietà, con l’arrivo della fillossera, rischiò l’estinzione, la sua riscoperta avvenne dopo la metà del XX secolo a seguito della perspicacia di alcuni produttori che individuarono la sua potenzialità.  

Il Disciplinare del Brachetto d’Acqui cita la lungimiranza di “Arturo Bersano, che, intorno agli anni 50, mise a punto un Brachetto spumante vinificato in autoclave con metodo Charmat”, l’esempio fu seguito da altri produttori.

La loro lungimiranza fu premiata con il riconoscimento, nel 1969, della DOC Brachetto d’Acqui e, nel 1996, con l’attribuzione della DOCG.

Oggi sul mercato troviamo:

  • DOCG Brachetto d’Acqui o DOCG o Acqui DOCG nelle tipologie: fermo, spumante e passito da uve appassite o stramature;
  • DOC Piemonte Brachetto nelle tipologie: fermo, spumante, passito da uve appassite o stramature.

Il Brachetto può intervenire sino ad un massimo del 10% (da solo o congiuntamente con il Barbera) nella base ampelografica del DOCG Ruchè di Castagnole Monferrato.

Caratteristiche dei vini Brachetto d’Acqui DOCG

I vini da uva Brachetto hanno caratteristiche organolettiche distintivo e un pregevole ventaglio aromatico: intesi aromi di rosa, di piccoli frutti rossi maturi (fragola) e leggera speziatura.  

Note organolettiche del Brachetto d’Acqui DOC nelle varie tipologie: 

“Brachetto d’Acqui” o “Acqui”

Vino fermo caratterizzato, talvolta alla stappatura, da uno sviluppo di anidride carbonica (massimo 2,5 bar).

Alla vista si presenta rosso rubino poco intenso, tendente al granato chiaro o rosato. Al naso, nelle versioni con zucchero residuo, è delicato, floreale e fruttato, in bocca avvolgente, mai stucchevole sostenuto da una leggera acidità e, se vivace, dallo sviluppo della anidride carbonica.  Nel tipo secco prevalgono le note speziate e talvolta note ammandorlate nel finale. 

“Brachetto d’Acqui” o “Acqui” Spumante  

Vinificato con il metodo Charmat nei tipi da extra-brut a dolce (ma anche brut), “il  processo di lavorazione per la presa di spuma non può avere una durata inferiore a mesi 1 compreso il periodo di affinamento in botti”.

Nel bicchiere sviluppa bollicine fini e persistenti, le tonalità variano da rosso rubino tenue, al granato chiaro o rosato scarico. I profumi e gli aromi variano in funzione del residuo zuccherino, dal fruttato allo speziato, in bocca esprime sentori delicati, talvolta sapidi.

Brachetto d’Acqui” o “Acqui” Passito

L’appassimento delle uve destinate alla produzione del vino “può essere condotto sulla pianta e/o in ambienti atti a favorire le condizioni ottimali per la conservazione e l’appassimento”, non può essere immesso al consumo prima del 1° ottobre dell’anno successivo della vendemmia.

Il vino evidenzia un colore rosso rubino di media intensità, talvolta tendente al granato, al naso i sentori muschiati, fruttati (frutta matura rossa) e talvolta di legno si replicano al palato, ampio, armonico, elegante. 

Abbinamento con i vini da Brachetto

La tradizione indica il Brachetto come un vino da dessert e da dolci secchi. Nelle versioni  secco o abboccato (fermo e spumante) un abbinamento intrigante può essere con cibi piccati e speziati, salumi, formaggi freschi,  stagionati e, perché no, erborinati.  

Interessanti sono i cocktail con base Brachetto d’Acqui che si abbinano a cibi esotici o come semplice drink per i momenti piacevoli. Per alcune ricette visitare pagina: Brachetto d’Acqui DOCG Cocktails

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