Mamoiada: il Cannonau

Quale occasione migliore per degustare i Cannonau di Mamoiada?

La masterclass “New wave di Mamoiada: i nuovi orizzonti del Cannonau” organizzata durante la manifestazione “Mercato dei vini FIVI” di Bologna.

Durante l’incontro i vignerons di Mamoiada, coinvolti nella masterclass, hanno sottolineato che l’obbiettivo è di “unire audacia e tradizione per esaltare le peculiarità del Cannonau”, il “risorgimento enologico di Mamoiada”. 

Un vitigno che ben rappresenta il carattere e l’autenticità della Sardegna.

Accenni di storia

A Mamoiada, da sempre la vite è coltivata per produrre vini ad uso famigliare o venduto sfuso.

Negli anni ’50 del secolo scorso, a seguito dell’intervento della Cassa per lo Sviluppo del Mezzogiorno, venne fondata una cantina sociale, fallita nel 1980 per svariati motivi (mentalità, personalismi, scarsa qualità …).

Nel 2000 inizia la rinascita: si costituisce la prima cantina privata, un consorzio di 7 produttori con l’obbiettivo di “rimettere il vino di Mamoiada in bottiglia”.

Dopo un anno, i produttori si dividono ma rimangono in vita due cantine che vendono vini in bottiglia seguite negli anni da altre quattro.

Nel 2015 nasce l’Associazione Mamoja che oggi annovera una settantina di soci.

L’Associazione ha come obbiettivo:

  • valorizzare il territorio (aspetti ambientali, climatici e paesaggistici) incentivando l’agricoltura biologica;
  • preservare e promuovere gli aspetti culturali legati alla vite e al vino e al patrimonio gastronomico in abbinamento al vino.
Associazione Mamoja
Associazione culturale regolamentata da un disciplinare che ha la funzione di autocontrollo dei soci rispetto ai contenuti tecnici della coltivazione della vite e della produzione del vino, e ha lo scopo di preservarne i caratteri tradizionali e la tipicità, nonché di educazione dei soci al rispetto del territorio. Punti caratterizzanti: essere residente a Mamoiada, vigneti e vinificazione in Mamoiada, adesione ai principi di coltivazione e vinificazione biologica, fermentazione spontanea.

Abstract dal sito: Mamoja- chi siamo

Terroir

La superficie vitata di Mamoiada si estende per circa 350 ettari a un’altitudine media di 700 metri s.l.m.

I vigneti sono prevalentemente costituiti da uve Cannonau, marginalmente sono presenti filari di Granazza o Granatza, un’uva a bacca bianca locale.

 La produzione annua si attesta sulle 400.000 bottiglie.

I terreni sono costituiti da disfacimento granitico, leggermente acidi con presenza marginale di argilla nell’area nord-est.  

La forma di allevamento prevalente è l’alberello ma anche a cordone speronato.

Le rese si attestato dai 15 q/ha nei vigneti più vecchi ai 70 q/ha nei più giovani.

La lavorazione in vigna è tradizionale (arature profonde) e, a seguito della collaborazione dell’agronomo Ruggero Manzilli, si inizia a utilizzare l’inerbimento.

I vini sono di solito ottenuti da uve vendemmiate in un singolo appezzamento, in etichetta riportano il termine “Ghirada”. 

Il clima è soggetto a forte escursione termica (giorno/notte) favorito anche dalla presenza del massiccio del Gennargentu.

Mamoiada: le dominazioni

I vini di Mamoiada possono fregiarsi delle denominazioni:

  • “DOC Cannonau di Sardegna” e “IGT Isola dei Nuraghi”: denominazioni generaliste che interessano tutta la Sardegna,
  • “IGT Barbagia” ristretta a 15 comuni della provincia di Nuoro,
  • “IGT provincia di Nuoro” limitata alle provincie di Nuoro, Ogliastra, Cagliari, Oristano.

Interessante la riflessione di un vigneron nel corso della masterclass:

La DOC Cannonau di Sardegna, denominazione generalista riservata a tutta la Sardegna, favorisce le produzioni del sud Sardegna e delle grandi cantine. Per differenziarsi diversi produttori di Mamoiada hanno scelto di utilizzare la denominazione IGT Barbagia, una IGT piccolissima e territoriale.

A differenza dell’enologia nazionale dove le IGT sono estese e le DOC limitate, la Sardegna, invece, ha una DOC regionale (Cannonau con tre sottozone: Oliena, Capo Ferrato, Jerzu) e alcune IGT limitate.

Di conseguenza è stata una scelta vincente, accolta favorevolmente dalla distribuzione in particolare quella estera, utilizzare la IGT Barbagia anziché la DOC Cannonau di Sardegna.

La soluzione potrebbe essere la modifica del disciplinare della DOC Cannonau, inserendo piccole sottozone al fine di valorizzare le differenze organolettiche delle produzioni locali.

Note di degustazione

Due sono gli stili di vinificazione:

  • quella tradizionale, con vini vinificati con uve a piena maturazione fenolica da cui si ottengono vini ad alta gradazione superiori ai 15 grandi e con residui zuccherini,
  • quella, utilizzata dalle nuove generazioni di vignerons, di anticipare la vendemmia onde ottenere vini più freschi.

I sei vini degustati nella masterclass rientrano nella seconda tipologia.

Caratteristiche comuni dei vini degustati:

  • uva Cannonau 100% vendemmiata e vinificata a Mamoiada, millesimo 2021, vigneti e vinificazione biologica già certificata o in conversione, fermentazione spontanea con lieviti indigeni.
  • colore rosso rubino più o meno inteso con unghia leggermente aranciata, eleganti con grande capacità di invecchiamento.
Barbagia Rosso IGT, “Ghirada Fittiloghe”, biologico, Cantina Vikevike

Vigneti di 20 anni, ubicati a 700 metri s.l.m. con esposizione sud. Forma di allevamento cordone speronato. Fermentazione e affinamento per un anno in tino troncoconico in rovere, poi in serbatoi di acciaio per un altro anno, immesso sul mercato all’inizio del quarto anno.

Al naso prevalgono sentori di ciliegie sotto spirito con leggere note floreali, al palato è fresco, equilibrato, leggermente sapido e persistente.  

Barbagia Rosso IGT, “Ghirada Ocruarana”, Cantina Teularju

Cantina giovane, il primo imbottigliamento è del 2019. Superficie vitata 1,8 ha, allevamento ad alberello, con esposizione nord-ovest. Il terreno è pietroso con granito e scisto basaltico (pietra verde).  Dopo la fermentazione viene affinato per un anno in botte. Particolarità: il 10 % delle uve sono raccolte intere, messe in cassette e poste in fondo al tino di fermentazione.

Evidenzia piacevoli profumi di frutti rossi (ciliegia) e piccoli frutti neri (mora, mirtillo), leggera speziatura, in bocca è ampio, succoso e sapido.  

Barbagia Rosso IGT, “Ghirada Garaunele A”, Cantina ‘Esole

Prima vinificazione della cantina, due ettari di vigneto ad alberello, su terreno ricco di argilla, con viti di 70 anni a 650 metri s.l.m. Dopo la fermentazione è affinato per circa un anno in botti rovere.

I vini, al naso, si presentano con profumi di frutti rossi (marasca), note agrumate e speziate (pepe). Al sorso complesso, tannini ancora evidenti ma già ben polimerizzati, avvolgente e persistente. 

Barbagia Rosso IGT, “Tzappu”, Cantina Siotto

Prima annata di vini in bottiglia, prima veniva commercializzato sfuso. Vino da uve vendemmiate in due vigneti, uno a nord-est e l’altro a sud a 650 metri s.l.m., di cui uno di 60 anni.  Le uve provenienti da ogni singolo vigneto sono vinificate e affinate separatamente. L’affinamento avviene sia in botti di rovere e castagno che in acciaio (30%) per sei mesi, segue poi l’assemblaggio delle due partite.

Profumi di frutta rossa matura (ciliegia), confettura di susina e note vanigliate; buona acidità ed equilibrio, complesso.

Cannonau di Sardegna DOC, “Vinera”, biologico, Cantina Antonio Mele

II vigneti sono a 650 metri s.l.m. con esposizione nord-est, allevati a doppio cordone speronato. Dopo la fermentazione, l’affinamento avviene per 12 mesi in tonneaux esausti e per 6 mesi in bottiglia.

Al nasoi profumi ricordano le ciliegie sotto spirito con note speziate e confettura di susina, in bocca equilibrato, verticale.

Cannonau di Sardegna DOC, “Brulleri” Ghirada Bruncu Boeli, Cantina Osvaldo Soddu

Conduzione del vigneto ad alberello posto ad un’altitudine di 630 metri s.l.m. con esposizione sud-ovest. Dopo la fermentazione il vino viene affinato per un anno tonneaux di 500 litri di rovere e per sei mesi in bottiglia.

Evidenzia al naso profumi di ciliegia matura e piccoli frutti neri (mora), in bocca elegante, vellutato, elegante.

Nel corso della visita al Mercato dei vini FIVI è stato degustato un altro Cannonau di Mamoiada.

Cannonau di Sardegna DOC, “S’Ena Manna”, 2019, Cantina Giovanni Ladu

Uve coltivate a 600 metri s.l.m. forma di allevamento doppio cordone speronato. Affinamento in tonneaux di rovere francese per circa un anno con successivo passaggio in acciaio.

Profumi di confettura di prugne e spezie, al sorso si presenta strutturato, complesso, tannini morbidi, vellutato e persistente.

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