Il patrimonio ampelografico
La regione francese vitivinicola Sud-Ouest si estende nel Bacino dell’Aquitania, dai contrafforti del Massiccio Centrale a quelli pirenaici, raggruppa un mosaico di denominazioni ed è un “museo ampelografico” di vitigni.
Il patrimonio ampelografico fu messo in crisi dall’oidio (dal 1847) e dalla fillossera (dal 1878) con la scomparsa numerose varietà. Ulteriore “attentato al patrimonio ampelografico” avvenne tra le due guerre mondiali quando, per far fronte alla forte domanda di vino e acquavite, si impiantarono viti americane (Isabelle, Concord), ibridi produttori diretti (Noah, Othello) e vitigni, introdotti dagli emigranti italiani e spagnoli, come ad esempio il Barbera.
La biodiversità fu salvata da due decreti legislativi: il primo del 1953 che prevedeva la diminuzione delle superfici vitate e il secondo del 1955 con la definizione dei vitigni raccomandati a livello dipartimentale che portò all’espianto delle varietà non autorizzate (ibridi, varietà non autoctone …).
Questi decreti e le successive normative sulle Denominazioni d’Origine permisero al Sud-Ouest di orientarsi verso produzioni di vini caratterizzati da una tipicità legata al binomio terroir/vitigno.
Varietà a bacca bianca
Arrufiac
Vitigno autoctono del Sud-Ouest, quasi scomparso a causa della fillossera, oggi è presente nella vinificazione dei Pacherenc e dei Saint-Mont blanc. Apporta ai vini leggera tannicità, fresca acidità, sentori di mandorla e un finale amaro.
Baroque
Vitigno principale della denominazione Tursan. Varietà vigorosa, sensibile alla muffa grigia. Dà dei vini neutri o con leggeri aromi che ricordano il Sauvignon.
Courbu blanc
Vitigno originario dell’areale pirenaico dei paesi Baschi. Citato nel 1783 a Jurançon, il nome potrebbe alludere al trancio curvo della vite (in francese courbé) oppure dalla forma a pigna del grappolo (in occitano conhet). Dà vini alcolici e neutri. Ingrediente minore nelle AOP Pacherenc du Vic-Bilh, Saint-Mont e Jurançon.
Len de l’el (Loin de l’œil)
Il vitigno coltivato unicamente nella zona di Gaillac. Len de l’el, deriva dal termine occitano “luénh de l’uèlh” che letteralmente significa “lontano dell’occhio” (occhio=gemma) in quanto il grappolo, essendo dotato di un lungo peduncolo, risulta lontano dalla gemma. Varietà a duplice attitudine: vini bianchi secchi e vini dolci e liquorosi dai profumi floreali e agrumati. Normalmente vinificato in assemblaggio con altre varietà locali come il Mauzac Blanc o Muscadelle nella AOP Gaillac.
Mauzac blanc
Originario della valle del Tarn, oggi è coltivato prevalentemente a Gaillac e Limoux (regione enologica Languedoc-roussillon) per elaborare vini bianchi fermi e spumanti nei tipi secchi, abboccati e dolci. I vini presentano aromi di mele e pere ai quali si aggiungono, nei vini dolci, note di mela cotogna e miele. Se l’uva è vendemmiata non sia matura questi sentori scompaiono sostituti da note di freschezza. Con le uve Mauzac (100%) si elabora, con la tecnica il “Méthode Ancestrale”, un vino frizzante, velato, mediamente dolce.
Gros manseng
Vitigno progenie del Petit manseng e nipote del Savagnin (Myles et al. 2011). Originario dei contrafforti pirenaici dove rientra nella vinificazione dei Jurançon sec, Pacherenc du Vic-Bilh e Tursan. La bacca grande lo distingue dal Petit manseng. Apporta aromi e freschezza. I vini vinificati con il Gros manseng sono giudicati meno fini di quelli da Petit manseng.
Petit manseng
Apparentato al Gros Manseng, si distingue per gli acini più piccoli e buccia più spessa. Queste caratteristiche ne fanno un’uva con un forte tenore di zucchero pur mantenendo una significativa acidità. Vendemmiato in novembre, quando gli acini sono parzialmente appassiti, è la base per elaborare, in assemblaggio con Gros manseng e/o Courbu, vini passiti e liquorosi aromatici di alta qualità nelle denominazioni Jurançon e Pacherenc du Vic-Bilh. Apporta note di frutta matura (pesca) e speziate (cannella).
Apparentato al Gros Manseng, si distingue per gli acini più piccoli e buccia più spessa. Queste caratteristiche ne fanno un’uva con un forte tenore di zucchero pur mantenendo una significativa acidità. Vendemmiato in novembre, quando gli acini sono parzialmente appassiti, è la base per elaborare, in assemblaggio con Gros manseng e/o Courbu, vini passiti e liquorosi aromatici di alta qualità nelle denominazioni Jurançon e Pacherenc du Vic-Bilh. Apporta note di frutta matura (pesca) e speziate (cannella).
Varietà a bacca rossa
Cabernet franc
L’origine di questo vitigno si collocherebbe nella areale basco dei Pirenei. Conosciuto con i sinonimi: Acheria nei Paese Baschi (vitigno principale dell’AOP Irouléguy) e Bouchy nel Madiran. Meno tannico e colorato del Cabernet Sauvignon ha minore potenzialità all’invecchiamento. Se coltivato su terreni argillo-sabbiosi, i vini acquisiscono aromi di lampone, violetta e liquirizia.
Cot
Vitigno dai numerosi sinonimi tra i quali si citano Malbec, Auxerrois. Vitigno principale della denominazione Cahors, produce vini eleganti e profumati atti ad un lungo invecchiamento e vini fruttati di pronta beva. Nel passato era il vitigno più coltivato nel Sud-Ouest prima della fillossera.
Duras
Duras è una delle varietà più antiche coltivate nel Tarn ed è uno dei gioielli del Gaillac dove regala un ottimo vino rosso colorato, con tannini fini e aromi speziati e pepati. Il nome probabilmente deriva dal francese “dur” riferito alla durezza del legno della vite.
Fer servadou o Fer
Il nome “fer =ferro” (Gallet 1990) potrebbe derivare dalla durezza del legno del trancio oppure dal latino “ferus” (selvaggio), ossia vitigno nato dalla addomesticazione di una vite locale selvatica (Lavignac 2001) e Servadou dall’occitano “servador” che”si conserva bene”. I vini, dal colore profondo, sono morbidi, mediamente alcolici con note di cassis che possono ricordare il Cabernet Sauvignon. Il vitigno ha numerosi sinonimi: Mansois a Marcillac (vinificato in purezza nell’AOP omonima), Pinec nella zona di produzione del Madiran e del Saint-Mont, Braucol in quella del Gaillac. Importante ruolo riveste nella produzione delle AOP Entraygues-Le Fel e Estaing nell’Aveyron.
Négrette
Il vitigno fa parte della famiglia dei Prunelard e Cot entrambi originari del Sud-Ouest. Negli assemblaggi apporta note fruttate e floreali (viola) e talvolta anche sentori animali (cuoio). Componente principale dell’AOP Fronton, permette di produrre sia vini rosati e rossi fruttati da gustare giovani, sia vini destinati all’invecchiamento.
Tannat
Il Tannat è originario del bacino dell’Adour. Componente principale del Madiran (minimo 60%) e Saint-Mont (minimo 70%). Rientra nella miscela delle AOP Irouléguy e Tursan apportando ricchezza e struttura. Vitigno a maturazione molto tardiva, i suoi grappoli compatti sono ricchi di zucchero, di tannini (da cui il nome) e di colore. Un tempo i vini necessitavano di un lungo invecchiamento per poter essere commercializzati. Oggi, grazie a tecniche colturali ed enologiche (micro-ossigenazione), i vini sono equilibrati e fruttati. È opportuno precisare che la tecnica della micro-vinificazione è stata sviluppata nella regione del Madiran al fine di addomesticare i tannini
La descrizione si è limitata alle principali varietà autoctone, omettendo quelle bordolesi ancorchè utilizzate negli assemblaggi dei vini del Sud-Ouest.
Illustrations des cépages par Jules Troncy dans l’ouvrage “Ampélographie : traité général de viticulture” publié sous la direction de P. Viala & V. Vermorel avec la collaboration de A. Bacon, A. Barbier, A. Berget [et al.] – Date de l’édition originale : 1901-1910.
Fonte: AA.VV. Cepage du Sud.Ouest, Ed. du Rouergue, 2001
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