La prima manifestazione dei vini PIW in Piemonte è stata organizzata a Govone, comune del cuneese, ed è stata l’occasione per incontrare i produttori e degustare circa cento vini vinificati con uve da “viti ristenti”.
Cosa significa PIWI?
PIWI è l’acronimo della parola tedesca “Pilzwiderstandfähig” ossia “viti resistenti ai funghi” ed è il marchio che identifica un gruppo di lavoro internazionale per la promozione di questi vitigni.
I vitigni PIWI sono incroci interspecifici (o ibridi), ossia viti ottenute da ibridazioni tra specie di Vitis, con metodo naturale impollinando con semi maschili il pistillo (parte femminile del fiore).
La diffusione di queste varietà in Italia è a macchia di leopardo: la presenze più significativa si riscontra nell’areale nord-orientale (Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli Venezia Giulia), sono assenti in Italia meridionale. (Vds. 1° Censimento Piwi in Italia).
Italia: la legislazione
L’attuale legislazione italiana non permette l’utilizzo delle viti resistenti per produrre vini a DOP a causa di due vincoli normativi:
- l’art. 33 comma 6 del Codice della vite e del vino ne vieta espressamente l’utilizzo nelle DOP;
- la ”annotazione a margine” riportata nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite cita: “Uve non utilizzabili per i vini a denominazione di origine ex art. 6. D. Lgs 61/2010”, in alinea a 27 varietà.
Al Registro Nazionale delle Varietà di Vite (D.M. 17 maggio 2022) risultano iscritti 35 vitigni con attitudine enologica (18 a bacca bianca e 18 a bacca rossa).
Realtà PIWI in Piemonte
Nell’Elenco delle Varietà Autorizzate nella Regione Piemonte (ultimo agg. aprile 2024), i vitigni PIWI sono quattro tre a bacca bianca: Fleurtai, Soreli, Sauvignon Rytos e una a bacca rossa: Cabernet Volos, però ancora elencati tra quelli in “osservazione”.
Tutte provenienti dagli incroci dell’Università di Udine e in concessione esclusiva ai Vivai Cooperativi Rauscedo.
I produttori
Per il Piemonte, all’evento di Govone, erano presenti 3 aziende agricole e la Scuola Enologica di Alba, di cui alcuni vini non sono in commercio.
Note di degustazione
Scuola Enologica di Alba
Ha presentato quattro vini da microfiltrazione: due bianchi da uve Fleurtai e Rytos (2022) e due rossi da uve Cabernet Volos (2021 e 2022).
Non sono stati presentati i vini del 2023 da viti resistenti, a causa di una grandinata che ha distrutto i vigneti.
Bianchi interessanti, nel vino da Fleurtai gli aromi ricordano i fiori bianchi e la pera, tipiche del genitore Tocai Friulano, mentre nel vino da Sauvignon Rytos prevalgono gli aromi minerali e la frutta tropicale.
Sorprendenti sono i due rossi da uve Cabernet Volos. Tutti i due vini hanno un profilo aromatico complesso, dato da importanti note fruttate, la componente tannica li rende eleganti e succosi. Ottima potenzialità di evoluzione nel tempo.
Atipico, Az. Agr. Bric della Vigna, Alice Castello (Biella)
Vino bianco ottenuto in uvaggio da uve: Fleurtai, Soreli, Sauvignon Rytos vendemmiate nel 2022, affinato sugli lieviti con la tecnica del battonage. Alla vista si presenta giallo paglierino, al naso evidenzia sentori di frutta tropicale, buon profilo acidico e mineralità.
Dülz, Ca’ da l’Era, Pieve Vergonte (Verbania)
Vino ottenuto da uve bianche (Fleurtai, Soreli, Sauvignon Rytos ) raccolte stramature con un successivo appassimento su graticci. Il vino si presenta con un bel colore dorato intenso, quasi ambrato,, profumi di frutta candita, datteri e albicocca secca, leggermente balsamico. In bocca non è stucchevole e la buona acidità lo rende elegante.
Az. Ag. Ceste Franco di Ceste Pierguido, Govone (Cuneo)
Presentati 4 vini ma solo 3 sono stati degustati.
Ratio, bianco secco, da uve Bronner, all’olfatto presenta profumi di frutta tropicale e leggera mineralità, la piacevole acidità lo rende beverino.
Apres, bianco semisecco, da uve Bronner, simile al precedente, si distingue per la leggera nota dolce.
BeeFore, bianco secco da uve Soreli, al naso prevalgono profumi floreali (fiori bianchi ) e fruttati (pera, albicocca), in bocca fresco, piacevole
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