Pinerolese DOP: le novità

L’evento organizzato dalla Camera di Commercio di Torino a Terra Madre Salone del Gusto 2024 è stato l’occasione per degustare alcuni vini del Pinerolese e valutare le novità apportate dalla modifica del Disciplinare.

Il Pinerolese si trova a sud-ovest di Torino, ai piedi delle Alpi Cozie, un territorio pedemontano e montano che si estende tra Barge e Cumiana interessando le Valli Pellice, Chisone e Germanasca.

Appunti di storia

Sicuramente la viticoltura risale al periodo gallo-romano. Però i primi documenti contabili e attestazioni sull’importanza delle tecniche colturali risalgono al 1200 con riferimento a vigneti di proprietà dei principi Savoia-Acaja.

Tra le tante varietà coltivate c’è il Doux d’Henry, varietà dal nome curioso, che, secondo la tradizione, risalirebbe alla presenza sul territorio del Re di Francia Enrico IV, all’inizio del 1600.

In tale occasione ad Enrico IV fu offerto un vino dolce che apprezzò, da quel momento attribuirono alla varietà e al vino il nome Doux d’Henry (Dolce d’Enrico).

Aneddoto senza supporto storico, la prima citazione del Doux d’Henry è del Conte di Rovasenda nel su libro “Saggio di una ampelografia universale” (1877) con il nome “Doux d’Henry nera”.

Altra attestazione sull’importanza della viticoltura nella zona, è la presenza di una cappella quattrocentesca alle porte di Pinerolo dedicata a Santa Lucia delle vigne, conosciuta anche come la “cappella dei Vignaioli”.

Nel 1881 il Conte di Rovasenda promosse, a Pinerolo, una “Esposizione Ampelografica” dove erano presenti 628 varietà di uve di cui 333 della provincia di Torino, molte provenienti dal Pinerolese (fonte EnoStradaReale).

Con l’arrivo dell’oidio, della peronospora, della fillossera e di importanti insediamenti industriali, la viticoltura fu abbandonata, continuò solo a livello familiare.

Ultimi decenni

La viticoltura ha ripreso vigore grazie ad alcuni vigneron, alla scuola professionale Malva Arnaldi e alla cantina sociale di Bricherasio che hanno ricominciato a vinificare sia uve locali (Plassa, Avarengo, Doux d’Henry e Avanà) che piemontesi (Barbera, Dolcetto e Nebbiolo).

Nel 1996 è stata riconosciuta la DOC Pinerolese, nel tempo il Disciplinare ha subito diverse modifiche, l’ultima è di aprile 2024.

La modifica di aprile ha inserito nel Disciplinare tre ulteriori menzioni varietali: Malvasia, Bian ver e Nebbiolo (per le prime due in vigore dalla campagna vendemmiale 2024/25 e2023 per il Nebbiolo).

Negli ultimi decenni la viticoltura si è sviluppata, soprattutto per merito di giovani e di alcuni imprenditori lungimiranti riuniti, oggi, nel Consorzio di Tutela e Valorizzazione dei Vini Doc Pinerolese.

Cartina di tornasole è la guida Torino DOC: nel 2006 le cantine elencate erano 4 con 7 vini (nessuno eccellete), nel 2023 sono 7 con 15 vini (di cui 3 eccelenti).

Torino DOC è una guida della Camera di Commercio di Torino atta a promuovere la migliore produzione
enologica della provincia di Torino. I vini elencati nella guida sono il risultato di un esame effettuato in forma anonima dei campioni da un panel di tecnici iscritti agli Elenchi dei tecnici ed esperti degustatori della Camera di Commercio di Torino.

Oggi la superfice vitata rivendicata è di circa 26 ettari per una produzione di circa 114 mila ettolitri equivalenti a circa 150 mila bottiglie da 0,75 litri (dati 2021 da Torino DOC – 2023).

Pinerolese DOP: stralcio del disciplinare

La DOP Pinerolese è riservata alle tipologie:
• Rosso, Rosato, Barbera, Barbera superiore, Bonarda, Freisa, Dolcetto, Doux d’Henry, Ramìe, Nebbiolo, Malvasia, Bian ver.

Base ampelografica del Pinerolese DOP

Per la differenza possono concorre, da soli o congiuntamente, vitigni a bacca di colore analogo idonei alla coltivazione per la Regione Piemonte.

Zona di produzione delle uve

Per tutte le tipologie, eccetto per le menzioni “Ramìe” e “Nebbiolo”, l’area di produzione delle uve sono 34 comuni in provincia di Torino e due in provincia di Cuneo.

Provincia di Torino: Angrogna, Bibiana, Bobbio Pellice, Bricherasio, Buriasco, Campiglione   Fenile,
Cantalupa, Cavour, Cumiana, Frossasco, Garzigliana, Inverso Pinasca, Luserna San Giovanni, Lusernetta, Macello, Osasco, Pinasca, Pinerolo, Perosa Argentina, Pomaretto, Porte, Perrero, Pramollo, Prarostino, Roletto, Rorà, San Germano Chisone, San Pietro Val Lemina, San Secondo di Pinerolo, Torre Pellice, Villar Pellice, Villar Perosa.
Provincia di Cuneo: Bagnolo, Barge.

La zona di produzione delle uve per la menzione tradizionale “Ramìe” comprende l’intero territorio dei comuni di Pomaretto e Perosa Argentina.

Per la menzione “Nebbiolo” l’area di produzione delle uve è ristretta a 8 comuni in provincia di Torino e 2 in quella di Cuneo.

Provincia di Torino: Bibiana, Bricherasio, Campiglione Fenile, Pinerolo, Pomaretto, Prarostino, San Secondo di Pinerolo e Cavour (limitatamente al territorio della Rocca) in una fascia altimetrica compresa tra i 350 e i 650 metri s.l.m. 
Provincia di Cuneo: Bagnolo, Barge in una fascia altimetrica tra i 300 e i 550 metri s.l.m.

Alcune caratteristiche al consumo e invecchiamento

Pinerolese DOP

Il vino può evidenziare lieve sentore di legno se affinato in recipienti di legno.

Solo il “Pinerolese DOP Nebbiolo” ha periodo di invecchiamento:

  • 12 mesi a partire dal 1° novembre dell’anno di vendemmia di cui almeno 6 mesi in legno.

Note di degustazione

Premessa: i vini in degustazione da uve Malvasia Moscata e Bian Ver rientravano ancora nella categoria dei vini da tavola e il Nebbiolo nella Pinerolese DOP Rosso.

Blanc de Lissart, Az. Agr., Le Marie, Barge vino da uve Malvasia Moscata nella versione “secco”, vendemmia 2023.

Vino dal colore paglierino, limpido, al naso importanti profumi di erbe aromatiche (timo, basilico, salvia) e leggere note agrumate e fruttate (pera). In bocca è fresco con un’elegante nota acida, avvolgente, i sentori retronasali confermano quelli ortonasali.

Verbian, L’Autin, Barge vino da uve Bian ver nella versione “secco”, vendemmia 2021.

 Giallo paglierino con riflessi verdognoli, al naso è intenso con note di pompelmo ed erbe aromatiche, al sorso buon equilibrio tra acidità e alcol, piacevole.

Pinerolese DOP Freisa, Brigit Neir, 2022, Freisa 100%, Cantina Dellerba, Pinerolo

Rosso rubino carico con profumi di frutti rossi, note speziate e vanigliate, in bocca evidenzia tannini leggermente ruvidi, aromi complessi e piacevoli.

Pinerolese DOP Dolcetto, 2022, Fondazione Malva Arnaldi, Bibiana.

Rosso rubino dall’unghia violacea, i sentori di ciliegia e prugna sono le caratteristiche olfattive, buona acidità in bocca, persistente.

Pinerolese DOP Ramìe, 2020, Giro di Vite di Luca Ciardossin & co, Pinerolo

Rosso rubino scarico con unghia aranciata, vino dal bouquet complesso: note di piccoli frutti rossi e neri e spezie. Al palato i tannini sono ben fusi, ampio e persistente.

Pinerolese DOP Rosso, La Madre, 2020, vino da uve Nebbiolo, Az. Agr. Beltramo Marco, Barge

Rosso rubino carico con note olfattive speziate e sentori di frutti rossi (ciliegia matura), strutturato e avvolgente.

Informazioni su alcuni vitigni
Doux d’Henry: la prima menzione come varietà autoctona del Pinerolese risale al 1877 (vds sopra). Il grappolo è medio, semispargolo, piramidale con acino quasi grosso dal colore nero-violaceo, buccia sottile. Soggetto all’oidio, alla peronospora e non producendo polline fertile necessita di vitigni impollinatori. Vinificato in purezza dà un vino debole, scarico di colore dal profumo floreale, morbido.

Malvasia moscata: sinonimi Malvasia bianca o Malvasia bianca del Piemonte. Varietà citata nel 1606 dal Croce nel suo libro “Delle eccellenze e diversità dei vini della montagna di Torino" e dal Conte di Rovasenda nel 1877. Varietà ha rischiato di scomparire per la sua sensibilità all'oidio, sostituta dal Moscato. Grappolo medio-grande cilindro-conico con due ali, acino ellissoidale dal colore da giallo al dorato. Se vinificata in purezza dà vini con profumi opulenti che ricordano la rosa, il miele e i fiori d’acacia, equilibrati e freschi. Vinificata a “secco” quasi mai presenta un retrogusto amaro, sovente presente nei vini secchi ottenuti da uve aromatiche.

Bian ver: sinonimo Verdesse, varietà di origine della Savoia. Le prime citazioni sono di Puillat (1876) e Viala e Vermorel (1878). Prende il nome dal colore verdastro dell’uva. Il grappolo è corto, spargolo con ali, acino piccolo dal colore giallo-verdastro. Il vino è decisamente acido con buona struttura e sapido.
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