Cinque Nebbioli dell’Alto Piemonte

DOC Fara, Sizzano, Boca, Bramaterra, Lessona

Tra Novara, Biella e Vercelli, nella valle del fiume Sesia, sono presenti le DOC Fara, Sizzano, Boca, Bramaterra, Lessona, cinque Nebbioli dell’Alto Piemonte.  

In questa zona il Nebbiolo ha trovato un terroir particolarmente propizio.

Tra i Nebbioli dell'Alto Piemonte, vinificati nella valle del Sesia, rientrano due DOCG: Ghemme e Gattinara e due DOC: Colline Novaresi e Coste della Sesia, non oggetto di questo articolo.

La tradizione enoica fa risalite la coltivazione della vite ai Celti e successivamente ai Romani.

I vigneti si estendono su colline ricche di argilla, sabbia, ciottoli di granito, porfido e ricchi in ferro.

Una caratteristica comune dei vini è la base ampelografica: il Nebbiolo (dal 50% al 100%), detto localmente Spanna, assemblato, a seconda dei Disciplinari, con Vespolina, Uva rara (o Bonarda Novarese) e Croatina. 

L’assemblaggio dà vini dalle diverse sfumature organolettiche e tipicità che hanno reso possibile l’attribuzione di cinque DOC distinte, ancorché le area di produzione siano geograficamente vicine.

 Ad esempio i comuni di Fara Novarese e Sizzano sono confinanti e i comuni della zona di produzione del DOC Boca si trovano a una decina di chilometri più a nord.

Altra caratteristica comune delle cinque Denominazioni è il lungo invecchiamento:

inecchiamento

Nebbioli dell’Alto Piemonte: le DOC a sinistra della valle del Sesia

DOC Fara

Vino rosso fermo nelle tipologie Fara e Fara riserva, riconosciuto DOC nel 1969.

La produzione di vino a Fara Novarese ha radici che risalgono ai Romani: “lo scrittore Plinio il Vecchio menziona la produzione di vino nel I° secolo dopo Cristo” e “un sarcofago romano, attribuito al II° Secolo d.C., con riferimenti alla negoziazione di vino” (Rif. Disciplinare Fara DOC).

I vigneti sono impiantati su una collina morenica costituita da suoli argillosi, limosi e sabbiosi.

La zona di produzione comprende due comuni: Fara Novarese e Briona.

Base ampelografica: uve Nebbiolo (dal 50% al 70%), Vespolina e Uva Rara (dal 30 % al 50% da sole o congiuntamente) con eventuale aggiunta di uve a bacca rossa, non aromatiche idonee alla coltivazione in Piemonte (max 10%).

Le caratteristiche dei vini secondo il Disciplinare:

fara

DOC Sizzano

Vino rosso fermo nelle tipologie Sizzano e Sizzano riserva, riconosciuto DOC nel 1969.

La valorizzazione del vino si deve a Camillo Benso conte di Cavour, in una lettera al giurista novarese Giovannetti ne decanta la qualità: “il bouquet del Sizzano non somiglia a quelli di Bordeaux, ma bensì al bouquet del Borgogna …”.

Il suolo è simile a quello di Fara novarese, comune confinante.

La zona di produzione è ristretta al territorio amministrativo comunale di Sizzano.

Base ampelografica: uve Nebbiolo (dal 50% al 70%), Vespolina e Uva Rara (dal 30% al 50% da sole o congiuntamente) con eventuale aggiunta di uve a bacca rossa, non aromatiche idonee alla coltivazione in Piemonte (max 10%).

Le caratteristiche dei vini secondo il Disciplinare:

DOC Boca

Vino rosso fermo nelle tipologie Boca e Boca riserva, riconosciuto DOC nel 1969.

Le caratteristiche derivano da un terroir collinare così descritto nel Disciplinare: “terreno morenico che origina dal monte Rosa, composto da argilla, sabbia, ciottoli di granito, porfido e sfaldature di rocce dolomitiche del Fenera”.

La zona di produzione comprende l’intero territorio del comune di Boca, in parte quello di Maggiora, Cavallirio, Prato Sesia e Grignasco. 

Base ampelografica: da uve Nebbiolo (dal 70% al 90%), Vespolina e Uva Rara (dal 10% al 30% da sole o congiuntamente).

Le caratteristiche dei vini secondo il Disciplinare:

boca

Nebbioli dell’Alto Piemonte: le DOC a destra della valle del Sesia

DOC Bramaterra

Vino rosso fermo nelle tipologie Bramaterra e Bramaterra riserva, riconosciuto DOC nel 1979.

L’areale è caratterizzato da colline poco antropizzate con suoli formati da porfidi quarziferi, sabbie e argille di origine marina.

Il nome Bramaterra compare per la prima volta su un documento datato 1447.

La zona di produzione comprende i comuni di Masserano, Brusnengo, Curino, Roasio, Villa del Bosco, Sostegno e Lozzolo.

Base ampelografica: uve Nebbiolo (dal 50% al 80%), Croatina (max 30%), Vespolina e Uva Rara (max 20% da sole o congiuntamente).

Le caratteristiche dei vini secondo il Disciplinare:

bramaterra

DOC Lessona

Vino rosso fermo nelle tipologie Lessona e Lessona riserva, riconosciuto DOC nel 1976.

La documentazione della vitivinicoltura a Lessona risale al 1436. Viene definito il “vino dell’Unità d’Italia”, poiché il ministro delle finanze Quintino Sella brindò con un Lessona la presa di Porta Pia (1870) anziché con champagne, come da tradizione.

I vigneti sono coltivati su suoli alluvionali formati da sabbie, terre rosse ricche di minerali, con giacitura collinare.

La zona di produzione comprende il comune di Lessona.

Base ampelografica: da uve Nebbiolo (dal 85% al 100%), Vespolina e Uva Rara (fino a massino del 15% singolarmente o congiuntamente).  

Le caratteristiche dei vini secondo il Disciplinare:

lessona

 

bottiglie

 Note di degustazione

Alcuni di questi vini sono stati degustati alla manifestazione Grandi Langhe 2025 di Torino.

Tutti i vini si presentano con un colore rosso granato con sfumature aranciate più o meno accentuate a seconda del millesimo.

Fara DOC, 2020, Castaldi Francesca, Briona

Composizione varietale Nebbiolo (70%) e Vespolina. Al naso si presenta con profumi floreali (viola) e delicata speziatura (pepe bianco), in bocca piacevole, tannini eleganti, persistente.

Fara DOC, 2018, Il Chiosso, Gattinara

Ottenuto da uve Nebbiolo, Vespolina e Uva rara. Profumi speziati e floreali, elegante, al palato tannini morbidi, buona complessità con un finale di mandorla amara.

Sizzano DOC, 2018, Il Chiosso, Gattinara

Vino da uve Nebbiolo, Vespolina e Uva rara.  Sentori floreali e speziati, fini, al sorso spiccano note sapide, austero, tannini polimerizzati.

Boca DOC, 2021, Villa Guelpa, Lessona

Vinificato con uve Nebbiolo e Vespolina. Etereo con note floreali e di frutti rossi (ciliegia), leggera speziatura sentori empireumatici (caffè), sapido, fresco, con una buona struttura, astringente.

Bramaterra DOC, 2020, Le Pianelle, Brusnengo

Assemblaggio di Nebbiolo, prevalente, con Vespolina e Croatina. Profumi floreali e speziati (vaniglia, pepe), tabacco, etereo, in bocca complesso con tannini ben presenti.

Bramaterra DOC, Cascina Cottignano, 2020, Colombera & Garella, Masserano

Vino da uve Nebbiolo (80%) con Croatina e Vespolina.  Sentori di frutti rossi (ciliegia e prugna), erbe aromatiche, tabacco e leggermente speziato, in bocca è austero, verticale con un ottimo potenziale all’invecchiamento.

Lessona DOC, Crose, 2021, Colombera & Garella, Masserano

Vinificato con uve Nebbiolo. Al naso presenta sentori floreali (violetta) e ciliegia sotto spirito e sfumature speziate, al palato è sapido, fresco, tannini morbidi con una nota finale di mandorla amara.   

Lessona DOC, 2020, Villa Guelpa, Lessona

Base ampelografica: Nebbiolo, Vespolina e Uva rara. Prevalgono profumi floreali e di frutta rossa matura (ciliegia), speziato, al sorso buona sapidità, fresco e tannini già integrati.

Spanna perché?
Nebbiolo e Spanna sono omonimi. L’origine del nome è controversa alcuni farebbero derivare il nome da Spagna, altri dalla lunghezza del grappolo (una spanna). Altra ipotesi: il nome deriverebbe da una varietà citata da Plinio il Vecchio nell’opera Historia Naturalis, la Spionia. Ipotesi non suffragata da prove anche perché la varietà era coltivata nel ferrarese e ravennate. Giuseppe Sicheri, saggista, docente ed esperto del mondo del vino, invece ipotizzava che il nome sarebbe riferito al sistema di coltivazione medioevale della vite: “il sistema basso detto spanis” (Piccole DOC, Vignaioli Piemontesi, 2000).
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